VOLLEY, li vedo neri





Quando la moda richiama l’attenzione su una partita di pallavolo. E’ accaduto domenica a Loreto, in occasione della finale della Junior League, che assegnava il Trofeo Serenelli. Ha vinto la Lube Macerata battendo 3-2 l’Itas BTB Trento, ma non è per questo che verrà ricordata la partita delle magliette nere.
La Lega Pallavolo si è prodigata affinché rimanessero tracce evidenti della sua efficienza, riuscendo a far trasmettere la partita in diretta web su Sportube.tv e scongiurando la possibilità che solo i fortunati spettatori del palasport marchigiano potessero apprezzare pienamente il colpo d’occhio cromatico. Tutte e due le squadre si sono presentate in campo ed hanno giocato indossando magliette dello stesso colore, nero. Perché il nero sfina, si sa. I ragazzi non hanno ancora la maledetta pancetta dei sedentari, ma è meglio abituarsi.
Mentre stava per iniziare la finale, è arrivato un dispaccio urgente che richiamava le due squadre alla par condicio, essendo in alcune regioni tempo di elezioni. Alla fine si è trovato un compromesso, per non far vedere tutto nero anche ai giovani del volley, che vorrebbero avere un futuro più roseo che non fosse limitato alla lettura di un giornale sportivo. Ogni squadra ha accettato di far cambiar colore di maglia ad un suo giocatore, estratto a sorte. Per par condicio, in omaggio a schieramenti ormai rimossi dagli stessi interpreti, la maglia di questo LIBERI pensatori e giocatori è stata scelta di colore rosso. Rosso e nero, come ai tempi di Don Camillo e Peppone, i personaggi con cui Guareschi ha fatto divertire generazioni di lettori.
Per gli arbitri è stata una giornata particolare. Intanto hanno perso la diaria giornaliera ricevuta dalla Federazione, perché trasformata in ammenda da parte della Lega, con la seguente motivazione: “I direttori di gara si sono presentati in campo indossando una maglia bianca, ed hanno costituito elemento difforme, non rispettando il dress code indicato dalla Lega per l’accesso al seggiolone ed al campo (“Maglietta nera”).
Un atto di disobbedienza secondo alcuni riconducibile alla militanza dei direttori di gara ad un gruppo attivista per la supremazia bianca che ha sede ad Austin, nel Texas (con succursali a Memphis, Tennessee). Ma gli arbitri si sono difesi negando e sostenendo trattarsi di un caso di omonimia. Per questo poi è stato difficile per gli addetti al tavolo, mantenere il corretto punteggio. Ad ogni palla dubbia, gli arbitri rispondevano infatti: “E’ della squadra in maglia nera”.
Nel dopopartita, secondo indiscrezioni, si è appreso che la Lega di pallavolo maschile avrebbe non solo tollerato, ma addirittura incoraggiato questa sfilata in maglietta nera, spinta da moti di invidia per i colleghi della Lega pallavolo femminile, che durante la stagione erano riusciti ad allestire per due volte uno spettacolo analogo. Nella prima occasione il piano fu sventato e una delle due squadre fu costretta a cambiare colore di divisa. La seconda invece andò a buon fine godendo anche della diretta televisiva su RaiSport. La Lega maschile incassò il colpo e progettò in quei giorni l’azione dimostrativa.
Era stato progettato l’evento in occasione dello spareggio scudetto fra Trento e Piacenza, con diretta televisiva su RaiSport. Tutti con maglie di identico colore. Ma pare che il presidente Mosna sia stato accusato di conflitto di interessi (quando ha visto i 14 giocatori in maglia nera avrebbe detto: “Lasciamoli giocare”). Ma gli arbitri, non avendo ricevuto gli indumenti neri in tinta, hanno rifiutato il sottobanco in nero, ed hanno costretto i giocatori a cambiarsi, sventando il piano.
Così la Lega maschile, che non voleva finire la stagione senza pareggiare il conto con la Lega femminile, si è accontentata della diretta web e all’ultima occasione utile. E proprio allo scadere ha segnato l’autogol del pareggio. Al flash-mob di Loreto hanno assistito anche alcuni osservatori stranieri, accorsi in seguito ad una soffiata. Al termine hanno chiesto ai dirigenti di Lega come vedevano il futuro della pallavolo di club in Italia. “Lo vediamo nero” è stata la risposta, in tinta.

*ringrazio per le foto gentilmente concesse Itas Diatec Trentino e Lube Banca Marche Macerata
** tratto da una storia vera
*** le vicende raccontate sono immaginarie, parto di una mente condizionata da anni e anni di politica pallavolistica

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