VOLLEY & MUSICA Catalini, voce e pianoforte sotto rete







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Una storia di pallavolo e musica, la storia di un ragazzo che sta crescendo insieme con le sue passioni. Per fare tutto ciò che ha in testa, Alessandro Catalini avrebbe bisogno di una giornata di almeno 36 ore. Al mattino studia Medicina al Politecnico, primo anno, il pomeriggio si allena, la sera la musica. Fino ai 6 anni ha vissuto a Mogliano Marche, poi si è trasferito a Macerata. Volley e musica, due passioni nate contemporaneamente.
        «Direi che sono complementari: la musica trae ispirazione dalla pallavolo, dai suoi valori di gioco di squadra, le amicizie, lo stare insieme, vittoria e sconfitta. Temi importanti nelle canzoni che scrivo. Il volley grazie alla musica acquista una carica speciale».
        Cantava fin da piccolo, bimbo perfino sfacciato nel proporsi senza timidezza, passando dal far ascoltare i suoi pezzi ai familiari ai concorsi in giro per le Marche.
        «Ho iniziato verso i 13 anni a scrivere, a saper trasmettere emozioni attraverso le canzoni. Ho studiato 10 anni pianoforte, per quattro anni canto».
        Quest’anno ha vinto lo scudetto Under 20 con la Lube, il fratello Federico, anche lui centrale, a 14 anni ha vinto la Boy League, sempre con Macerata. Il padre Elio è geologo e insegnante di scienze, la mamma Paola insegna inglese.
        E’ consapevole delle difficoltà che attendono chi vuole farsi strada, nel volley come nella musica.
        «Se fossi stato più alto, avrei avuto maggiori possibilità nel volley, lo so. Ma finchè posso, gioco. Quando ero piccolo seguivo il brasiliano Rodrigao, mi piaceva tanto, anche come inventava in campo. Ma anche sfondare come cantautore è difficilissimo. Ci vuole molto fattore c... Ho due canzoni finite e arrangiate, e poi i provini che ho inviato alle case discografiche dopo essermi iscritto alla Siae. Cerco di farmi notare, forse qualche pezzo mio potrebbe essere affidato ad artisti già affermati. Importante è riuscire a farsi notare. Dicono che i cantautori stiano tornando di moda. Interpretare va bene, si può assorbire e trasmettere. Ma se si scrive quello che poi si va a cantare è tutta un’altra cosa».
         Alla pallavolo è arrivato dopo aver provato con il calcio: «Non ero granché e nemmeno l’ambiente mi piaceva. Nel volley invece ho trovato subito un bell’ambiente, super accogliente. Le persone della società sono diventate dei padri, i compagni dei fratelli».
        Alessandro in genere prima scrive i testi, poi la musica. «All’inizio la musica deve essere complementare col testo. La scintilla compositiva viene dalla vita di tutti i giorni, qualunque emozione provo, tento di descriverla musicalmente».
        I suoi artisti preferiti sono i Muse, Mika, Lady Gaga, Bublè, Jovanotti, Cremonini, i Negramaro.
        «Sono un cantautore fuori dagli schemi, il mio genere non è molto definibile, non si può dire pop, cerco di fare qualcosa di nuovo».
        Sul web si possono ascoltare i suoi brani: Il Tempo e Pray for the beat. Ieri sera si è esibito a Corridonia, sul palco con la sua band, Effetto Contrario.
Articolo pubblicato dal Corriere dello Sport l'1 agosto 2013

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