ATLETICA Mennea day 2013





«Pietro cominciò come voi ed è riuscito a fare quello che ha fatto solo con duri allenamenti e tanta fatica. Fate sport, fate qualsiasi cosa ma fatela con impegno». Il messaggio di Manuela Olivieri ai bambini ed ai ragazzi che hanno riempito di colori il Mennea day 2013, ha ricordato lo spirito alla base della straordinaria avventura sportiva e umana dello sprinter barlettano scomparso il 21 marzo.
        Ora lo Stadio dei Marmi è intitolato a Pietro Mennea, il cui nome è già scolpito nel marmo, in attesa di cementare la stele inaugurata dal presidente del Coni, Malagò, e di vedere realizzata la statua con il marmo donato dalla città di Massa.
        Non essere triste perché il tuo sole è tramontato, recita una tenera canzone di James Taylor. Ebbene, ai Marmi giovedì la tristezza è stata messa da parte: c’è stata un’atmosfera di festa, con l’incontro tra la gioventù e alcuni tra i più grandi miti dell’atletioca e dello sport. Tommie Smith si è presentato indossando la maglia celebrativa del 19”72, il primato mondiale che Pietro gli strappò appunto 34 anni fa (e la moglie con la maglia azzurra dell’Italia) e davanti a lui si è creata una fila interminabile di ragazzini in attesa del suo autografo, a pennerello sulle magliette.
         Faceva effetto vedere il gigante del Tennessee, che con il suo pugno non violento "gridato" verso il cielo richiamò l’attenzione del mondo sui diritti negati alla gente di colore, piegato sulle ginocchia per accontentare i piccoli fans.
         Alberto Juantorena ha giocato e corso con i bimbi, Sara Simeoni sommersa da sorrisi e foto. Sono venuti in tanti: Fabrizio Donato («Ho scoperto delle analogie con lui: scelse Formia e costruì il suo mondo, come io ho scelto Ostia. Come me si allenava anche la notte, allora non sono io il matto...»), Howe,Tilli, Pavoni, la Masullo e la Cirulli ma anche lo schermidore Samele e il canottiere Sartori. Adriano Panatta, Nino Benvenuti, che ha donato a Tommie Smith una sua foto autografata dopo che il professore di sociologia più celebre del mondo l'aveva abbracciato con calore quando aveva capito di aver davanti il pugile campione a Roma '60. E poi l'abbraccio con Giorgio Frinolli, che a Mexico City, quei Giochi storici del '68, fu finalista dei 110 hs.

Non solo a Roma ma in tutta Italia tanti compagni e campioni del passato hanno contribuito ad onorare la memoria di Mennea. A Milano l'ex presidente federale Arese, la sciatrice Claudia Giordani, Preatoni, Zuliani, Grazioli («I carichi di lavoro che oggi il mio allievo Marani fa in una settimana, con Mennea si attuavano in un giorno», la sua significativa testimonianza). Ad Ancona c'era Nazareno Rocchetti, fisioterapista che fece parte dello staff durante la trasferta messicana del record mondiale.
        Al Nereo Rocco di Marcon, nel veneziano, Lazzer, Galvan, Fontanella, Gabriella Dorio. A Torino c'era Maurizio Damilano che fu compagno di stanza di Pietro all'Olimpiade di Mosca (e entrambi vinsero l'oro): «E' stato un esempio per tutta la generazione atletica cresciuta alla sua ruota. Era appassionato e aveva quel senso di rivincita che lo faceva apparire scontroso»

  l presidente del Coni, Giovanni Malagò, ha sottolineato: «Lo Stadio dei Marmi ora associato al nome di Mennea - ha detto Malagò - è il luogo ideale per rappresentare ciò che è stato Pietro. Tutti i giorni ci sono ragazzi che vengono a fare sport in questo tempio dello sport».
        Il presidente della Fidal, Alfio Giomi è comprensibilmente soddisfatto: «Mi ripeto, non c'è futuro senza memoria del passato.L'atmosfera di gioia e di festa dell'atletica rende ancor più speciale lo spirito del Mennea day. E vorrei ricordare che un campione come Mennea, oltre a essere ciò che è stato nello sport, ha preso cinque lauree»

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