VOLLEY Sansonna, sensualità consapevole sotto rete


In certi casi anche lo sport avvalora il dulcis in fundo. Stefania Sansonna gioca a pallavolo da quando aveva 13 anni. Ha dovuto attendere, ma ora che ha 31 anni, si sta prendendo le soddisfazioni più belle.
 E’ nata a Canosa di Puglia il giorno dei Santi, 1 novembre 1982. Nel 2013 il libero della Rebecchi Piacenza ha vinto uno dopo l’altro tutti i trofei italiani che aveva sognato fin da ragazza: lo scudetto, la Coppa Italia, la Supercoppa. Il volley è popolato da tanta bella gioventù ma Stefania si è fatta notare anche per la sua innata e indiscutibile sensualità, valorizzata dalle belle foto che impreziosiscono il suo sito e da qualche bel calendario. Stefania si è confessata in un bel servizio pubblicato da iVolley, il magazine on line della Federpallavolo. Senza nascondersi, senza ipocrisie, rivendicando la sua femminilità ed il piacere di giocare ed esprimere la sua sensualità. «La donna deve mostrare la propria femminilità - sostiene Stefania - Non serve nascondersi dietro l’occasione di fare beneficenza per posare nude. Si può mostrare   il proprio corpo, nudo, anche per vanità, ma con la consapevolezza di voler trasmettere qualcosa, una parte molto intima di se stesse. Naturalmente giocando, senza prendersi troppo sul serio. Mi piace tutto del mio corpo, non cambierei mai il sorriso. Sul resto... tutto si può migliorare»
        Questo si chiama parlar chiaro, con piena consapevolezza di sè. Una sicurezza che la Sansonna porta in campo.
 

      «La pallavolo è arte, ogni azione giocata può fare la differenza, i colpi sono come un pennello che disegna una traiettoria. Mi alleno per migliorare la mia tecnica e per dare il massimo alla squadra»Professa umiltà: («Quando si è umili non si perde la voglia di vincere»), e racconta con orgoglio di non dato retta a chi diceva che non aveva il fisico per il volley.
        «Non so quante volte mi sono sentita dire che non ero all'altezza, in tutti i sensi, anche fisicamente. Me ne sono sempre fregata perché è sempre il lavoro sul campo che conta»
        Farebbe carte false per giocare ad alto livello per una squadra della sua Puglia. E, prima di pensare ad un figlio, per indossare la maglia azzurra ai prossimi Mondiali. «Certo, sarebbe un sogno per me giocare il Mondiale». E chissà che la congiuntura ct non diventi a lei favorevole... (ora tutti sanno che Caprara, tecnico del Piacenza, sta per diventare il nuovo ct della nazionale femminile: allora mi ero permesso solo un riferimento..., ndr)

 Una famiglia numerosa, papà Domenico e i suoi fratelli Damiano e Fabio calciatori in Puglia, la sorella maggiore Carmela pallavolista, una grande famiglia comprendente l’altro fratello Angelo e retta da mamma Concetta. «Vivo fuori da casa da quando avevo 14 anni. Ho girato il mondo per raggiungere i miei obiettivi, vivo di pallavolo. Ho giocato in tante squadre e nel cuore conservo il ricordo e il calore di tutti i tifosi. Mi hanno fatto sempre sentire una di loro»

* sul Corriere dello Sport di domenica 29 dicembre 2013 

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