VOLLEY Nneka e il razzismo: "Ragazzi, è sbagliato comportarsi così"


Martedi sera è tornata in palestra per allenarsi. Nneka Karen Arinze, la 30enne schiacciatrice romana del Mesagne, B2 di volley, cerca di mettersi alle spalle il brutto episodio di domenica. Con una ulteriore dose di rabbia per il goffo tentativo di un dirigente del Montescaglioso di negare l'evidenza («Nessun insulto, ma che razzismo») e il conforto della solidarietà di tanta gente.
        A cominciare dal ct della Nazionale maschile, Mauro Berruto. «Sì, le sue parole mi hanno emozionata. Mi ha scritto che mi è vicino, che è contento che io abbia reagito rendendo noto l'accaduto e che finchè ci sono persone che combattono si può sperare di sconfiggere l'ignoranza. E mi ha anche detto che la pallavolo mi regalerà ancora belle emozioni»
 


   Il presidente della Regione Puglia, Niki Vendola, ieri ha scritto: «È una vergogna. Gli insulti razzisti subiti dalla giovane atleta di pallavolo Nneka Karen Arinze sono inaccettabili. Il verificarsi di questi episodi di xenofobia e razzismo, soprattutto tra i giovani, è molto pericoloso perché sono atteggiamenti che possono portare alla deriva della convivenza civile e democratica». E l'ha invitata alla regione lunedi prossimo.

        E la Fipav, il Comitato organizzatore dei Mondiali di volley femminile che si svolgeranno proprio in Italia, potrebbe pensare di coinvolgerla come testimonial, per esprimerle vicinanza . Ma come è noto non sempre le Fipav decide di fare la cosa giusta, specie se si ha paura di dare dispiaceri a qualcuno che ha votato, vota o voterà. Intanto verrà aperta un'inchiesta per appurare come sono andate le cose. Poi si vedrà...
        Quando era piccola era una fan di Ana Paula De Tassis e Laura Bruschini, che giocavano nel

la squadra di volley di Roma. Poi crescendo è diventata un’ammiratroce di Tai Aguero e Antonella Del Core. «E tra le azzurre di adesso mi piace molto Lucia Bosetti, ovviamente...»
        Figlia di uno psicologo nigeriano e di una grafica di marketing romana, Nneka Karen Arinze tiene a precisare di non aver mai accusato la comunità di Montescaglioso, Basilicata, di essere razzista.
        «Vorrei solo che quei ragazzi capissero che è sbagliato comportarsi così. E questo possono farlo sia la società che il pubblico che era lì domenica. Insulti gratuiti rivolti a noi perché donne, a me perché di colore. Mi era già accaduto due anni fa, in Calabria, giocavo in una squadra siciliana. All'epoca feci finta di niente, ora no. Ho 30 anni, sono la più grande del gruppo, ci sono anche delle giocatrici minorenni alle quali sono stati rivolti apprezzamenti che non oso ripetere. L'ho fatto anche per loro»
        Il fatto che fossero ragazzini è un'aggravante, non una giustificazione da usare per minimizzare. Se le nuove generazioni si comportano in questo modo, nei confronti delle donne e della gente di colore, certi atteggiamenti vanno prontamente stroncati. E stupisce anche che le due donne arbitro non abbiamo avvertito l'urgenza di intervenire.

        Ora il Mesagne minaccia di lasciare il campo se la cosa dovesse ripetersi altrove. Insulti irripetibili, gesti pornografici, frasi razziste: «Se accadrà ancora ce ne andremo, in qualsiasi fase della gara, in presenza di cori razzisti e in seguito a immobilismo da parte degli arbitri, in segno di rispetto e solidarietà alla nostra capitana».
        Anche perchè al seguito della squadra c'erano anche dei genitori, che si sono spaventati e che ora meditano o minacciano di non mandare più le giovanissime figlie in trasferta.



* Foto gentilmente concesse da Nneka Arinze

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