CALCIO Benfica-Juventus 2-1, sconfitta che fa rabbia

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Conte sostiene di aver visto un'ottima Juventus a Lisbona. Non sono d'accordo, se fosse stata ottima, la Juve a non solo non avrebbe perso una partita che ha avuto sostanzialmente in pugno per gran parte del suo svolgimento, ma probabilmente avrebbe vinto.
Invece il Benfica ha colto la sua quarta vittoria in cinque partite con i bianconeri, trovando caparbiamente il gol del successo, che tiene apertissimo il discorso qualificazione, nei minuti finali. Prendendo gol all'inizio, come talvolta le è capitato in Europa, ed alla fine (come era successo col Galatasaray nella scandalosa partita dell'eliminazione dalla Champions League) la Juve ha confermato difetti palesati periodicamente in questa stagione.
 Serataccia per la difesa: sul gol lampo di Garay, Bonucci gli dà le spalle, concedendogli lo spazio e il tempo per colpire, guardando la palla che viaggia verso Buffon, forse non impeccabile nell'occasione.
Ma anche il gol di Lima, a 6 minuti dalla fine, ha evidenziato un black out di concentrazione e presenza nella difesa bianconera, con la marcatura di Chiellini troppo lenta ed ancora un Bonucci troppo distante dall'epilogo dell'azione, ben orchestrata dal Benfica.
Detto questo, la Juve aveva dimostrato di avere la qualità per essere superiore ad un Benfica accorto e corto, capace di attuare a lungo pressing alto e di far sfiorire sul nascere il fosforo dei bianconeri, in difficoltà con i ritmi di costruzione del gioco, rallentano dai soliti retropassaggi. 
Sbaglierò, ma continuo a pensare che si dovrebbe tirare di più e più rapidamente in porta, contenendo quell'esasperata ricerca di fraseggio che poi non si riesce a finalizzare.
Meglio il secondo tempo, con momenti di predominio che però non devono illudere, perchè il Benfica è squadra sorniona e battagliera. Ha avuto l'umiltà di ripararsi dai colpi quando la Juve la sovrastava, senza mai rinunciare al veleno di contrattacchi rari ma letali.
Una lezione da non dimenticare nella gara di ritorno.
 Il bel gol di Tevez, caparbio, atteso (dalla bellezza di cinque anni), festeggiato, è importantissimo. Ma bisognerà giocare con maggior determinazione ed attenzione, non dimenticando la lezione di Juventus-Lione, o prima ancora di Juve-Galatasaray, per farlo diventare decisivo. La Juve non è squadra che in Europa possa gestire il risultato, a meno che non si vada sul 3-0. 
Una Juve schierata con gli uomini giusti ha la qualità per eliminare i portoghesi, ma se il risultato resterà in bilico fino alla fine, non ci si potrà distrarre nemmeno un secondo. Le beffe di coppa, negli ultimi minuti, sono state purtroppo tante, come ricordano bene i tifosi meno giovani. Insomma, ci vorrà una grande Juve per conquistare la finale dell'Europa League.

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