(mal)COSTUME Salviamo gli agnelli...A Pasqua meglio la bruschetta!

Ci sono delle cose, molte cose, che dovrebbero farci vergognare di appartenere al genere umano. Ma finchè si parla di guerre e tragedie che appaiono lontane, ci diciamo che non c'è nulla che si possa fare per evitarle.
Però ogni anno quando arriva Pasqua, non posso fare a meno di inorridire al pensiero di cosa accade ai 450.000 poveri agnellini (la cifra è citata dall'Ansa e segnalata dalla Lav) che vengono orribilmente massacrati in nome non si sa bene di cosa.
C'era un tempo in cui ogni barbarie era praticata, anche per assuefazione a quelle che si chiamano tradizioni. Anche se sono ormai inaccettabili. Anche a me è capitato, come quasi a tutti, di sedermi a tavola con familiari che non rinunciavano al rito dell'agnello a Pasqua. Le prime volte ne parlavo, poi ho smesso. Ma io ho sempre preferito mangiare strepitose bruschette naturale: il pane bruscato sul camino, l'olio come condimento. O anche pomodorini.
In un mondo che si vorrebbe civilizzato, per me è inaccettabile tollerare l'uccisione degli agnelli, i cuccioli, i "bimbi", per un vago richiamo religioso che non ha alcuna ragione di esistere. Non sono un integralista e ognuno ha il diritto di nutrirsi come crede. Ma ho il diritto di provare nausea davanti al bancone del macellaio, ultimamente anche dinanzi alla pescheria. E, se devo essere sincero, anche il disgusto per chi non si pone il problema, per chi resta insensibile alla sorte di queste povere creature, anche nel momento in cui gli si spiega come muoiono e come avviene il massacro. Provo rabbia impotente, mi vergogno. Anche per loro che si dimostrano così poco umani, così poco sensibili. Ma che razza di animale è l'uomo? La peggiore mi viene da dire.
 Sarà che andando avanti negli anni si affina la sensibilità per certe tematiche, la vita che sappiamo ci sfuggirà, diventa un bene prezioso in ogni caso. Anche quando si tratta di animali. 


 Il testo dell'Ansa
Una Pasqua eco-compatibile e 'cruelty
freè, che risparmi la vita dei circa 450.000 agnelli e capretti
macellati ogni anno in Italia durante questo periodo. È
l'appello che la Lega Anti Vivisezione (Lav) rivolge alle
famiglie e ai fedeli alla vigilia della ricorrenza religiosa che
"mentre celebra la risurrezione, condanna a morte tanti animali
per un consumo non necessario".
   Nel 2013 tre milioni di ovini e caprini sono stati macellati
per finire sulle tavole degli italiani, con un'impennata durante
le festività pasquali e natalizie, ricorda la Lav, che
sottolinea come il primato di queste macellazioni spetti alla
Sardegna e al Lazio, seguite da Puglia, Campania e Toscana.
  

"Sebbene in dieci anni la macellazione di ovicaprini sia
diminuita di oltre la metà, passando da più di 7 milioni di
animali macellati nel 2004 ai 3 milioni macellati nel 2013 (dati
Istat), la strada per un'alimentazione cruelty free è ancora
lunga", commenta Paola Segurini, responsabile Lav settore Veg.
   L'associazione, ricordando che "l'allevamento di animali
destinati all'alimentazione umana è colpevole di incrementare
l'accumulo di gas serra nell'atmosfera", propone quindi, sul
sito cambiamenu.it, un pasto pasquale privo di ingredienti di
origine animale. (ANSA).

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