VOLLEY Molinaroli, Mosna e la reazione a catena

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Allora, riepiloghiamo. Il signor Guido Molinaroli presidente della Copra Piacenza dopo l'azione di ingresso ritardato a prezzo ridotto, in occasione della terza semifinale con la Sir Safety, promuove un secondo affondo. Inoltra il suo reclamo per l'errore arbitrale, non si ritiene soddisfatto per le motivazioni con cui il Giudice Unico della Fipav respinge il ricorso, assume avvocati ad hoc e annuncia la prosecuzione della sua "guerra" legale (pratica divenuta nel tempo abituale nel mondo della pallavolo italiana) presso ulteriori tribunali sportivi e poi se necessario (e lo saràà) preso tribunali civili.
Il presidente della Lega, don Diego Mosna, che è anche presidente della Trentino Volley, manda una mail ad ognuno dei componenti del Consiglio di Lega. Ora, è noto, anche per la legge sulla privacy, che una mail indirizzata a x persone, non può essere inoltrata ad altri. Accade invece che qualcuno dei destinatari della mail con cui Mosna chiama a raccolta per una forma di stigmatizzazione dell'operato del signor Molinaroli, contravvenendo alla legge sulla privacy, la inoltra rendendola di fatto pubblica.
 Il signor Molinaroli allora, rovescia sul tavolo del malumore tutti i rospi accumulati nel tempo e non digeriti, riguardanti naturalmente comportamenti ed episodi che hanno caratterizzato la vita della pallavolo italiana negli ultimi tempi. Ma non cita il fair play con cui, magari a denti stretti ma con senso di responsabilità, il doppio presidente Mosna ha incassato l'errore arbitrale che ha chiuso a sfavore di Trento la finale scudetto con Macerata, al Forum di Assago. Quello sì che fu un errore condizionante, non l'errore dell'arbitro Boris neutralizzato dalla ormai mitica battuta sbagliata di Simone Buti, nello spareggio di semifinale tra Piacenza e Perugia.
Ecco la reazione a catena che ha determinato la sfida all' ok Co(P)rral (film western di John Sturges, 1957).
Per la serie i panni sporchi si lavano in pubblico, sarà opportuno che in Lega ci si dia una regolata, se si vuole che in futuro il movimento possa essere preso sul serio. Leggendo certe cose viene da chiedersi: ma di cosa parlano i club quando si riuniscono in Lega? Quali sono le ritorsioni terribili che anche nello sport impediscono alle persone, ai dirigenti, di agire con limpidezza, seguendo gli interessi del proprio club ma senza perdere di vista il bene comune? E vero che, come diceva il don Abbondio manzoniano, se uno il coraggio non ce l'ha, non se lo può dare, ma c'è un limite a tutto. Almeno nello sport dovrebbe essere così.


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