VOLLEY World League: la Final Six di Firenze (non) vista dal basso


 Una gallery fotografica dedicata alla particolare cura ed attenzione che la Fivb (Federazione Internazionale Volleyball) riserva ai cari "amici" della stampa (cartacea e on line). Sono lontanissimi i tempi in cui nello sport, a chi doveva assistere agli eventi per poi parlarne o scriverne, venivano concessi posti con adeguata qualità di visione. 
Nel volley il rapporto è capovolto e quasi ovunque, lo spettatore può godersi lo spettacolo della partita in condizioni migliori rispetto a chi è al Palasport, in questo caso il Mandela Forum di Firenze dove da mercoledì a domenica è in programma la Final Six della World League. Pensate che ancora c'è chi si lamenta, nel mondo della pallavolo, italiana e mondiale, della scarsa e inadeguata attenzione che la stampa riserva al volley. Si potrebbe rispondere che l'attenzione, e la pazienza, che sono riservate al volley sono di gran lunga superiori al rispetto del lavoro giornalistico che la Fivb (ma anche la Cev e poi a scendere) riservano agli operatori della stampa, siano professionisti di lungo corso che giovani entusiasti di siti e social network che assicurano visibilità e creano interesse attorno al mondo della pallavolo.
E così, mentre gli ineffabili dirigenti della FIVB si preoccupano della disposizione delle bandiere, dei centimetri delle scrivanie e di assicurarsi che i giornalisti NON possano vedere bene ciò che accade in campo e magari nemmeno riuscire a pubblicare in tempo, per via di una calendarizzazione delle partite che non tiene conto dell'ormai abituale eccessiva durata (prima gara: Russia-Iran due ore e mezza, Italia-Usa è iniziata in cospicuo ritardo), chi lavora deve arrrangiarsi.
Il Volley (non) visto dal basso, in omaggio a questo umile blog amatoriale, si potrebbe definire il volley imposto dalla Fivb alla stampa internazionale.
Nelle fotografie che potete vedere c'è già se non tutto, molto. Le postazioni della stampa sono state allontanate dal campo, distanziate con una specie di ampio spazio che preclude la visuale addirittura di metà campo. La palla che cade a terra non si vede, potete vedere come nemmeno le gambe dei giocatori siano visibili. La rete in compenso si riesce ad ammirarla, andrebbe anche bene se fosse tennis e non volley.
Tra le postazioni stampa, nemmeno rialzate con una pedana per attenuare i disagi e aumentare la visibilità e il campo c'è anche la postazione sopra elevata del cameraman televisivo, tra le cui gambe potete scorgere il tabellone che consente al pubblico di vedere il punteggio e le statistiche in tempo reale. Al pubblico, non alla stampa. 
Se non fosse per tutto il resto che serve a cercare di fare un lavoro dignitoso, ovvero vivere le situazioni dal vivo, non c'è dubbio che una partita di volley si vede ormai meglio solo stando davanti alla tv. Ma se è questo che la Fivb vuole, lo dica chiaramente e ci si risparmia tutti il mal di fegato e la frustrazione che deriva da questa manifestazione reiterata di cialtronaggine.
Vorrei invitare il presidente della Fivb, il brasiliano Ary Graca, a sedersi al posto riservato dalla sua federazione ai giornalisti. E poi chiedergli se vede bene la partita e se si diverte. Certo, lui non deve scrivere tra una partita e l'altra badando più a schivare le pallonate che nessuna rete intercetta prima che colpiscano facce, computer, cellulari, bottigliette varie.
Purtroppo da 25 anni so già la risposta: questo è il volley. E finchè questi saranno i dirigenti, non crescerà mai.

PS: se mi lasciate un posticino davanti alla tv, mi accomodo e forse riesco anche io a vedere la partita...

















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