VOLLEY Nadia Centoni, bomber azzurra: «Vecchiette a chi?»

La regina della Costa Azzurra è tornata in Nazionale ed è il bomber designato dell’Italia assemblata dal ct Marco Bonitta. Nadia Centoni ha dimostrato carattere e temperamento, scegliendo di andare a giocare e vivere all’estero. A Cannes è riuscita a crescere, a costruire il suo repertorio, tecnico e psicologico: in poche parole ha imparato a vincere. E ora è pronta a dare di nuovo il suo contributo alla Nazionale. Il ct non ha guardato alla carta d’identità quando ha scelto le sue pretoriane. Nel gruppo ci sono veterane ultratrentenni, giovani e giovanissime.
    «In campo non si avvertono le differenze d’età - spiega la toscana -  siamo un bel gruppo e ci divertiamo ad allenarci insieme. Si lavora, si scherza. Però vi racconto un aneddoto: è capitato di passare insieme davanti alla vetrina di un negozio d’abbigliamento e ho detto, guarda che bei vestiti. Una delle giovani ha detto, ma quelli sono vestiti per vecchie. Vecchie a chi? Le ho detto, erano abiti per donne della nostra età. In realtà si sta veramente bene in questa Nazionale. Ho buone sensazioni anche riguardo i Mondiali»
    Al suo servizio in questa lunga estate si sono alternate tante palleggiatrici: Ferretti, Signorile e poi anche Malinov nel Grand Prix, ora anche la Lo Bianco.
«Beh in fondo non è stato certo un problema - sorride Nadia - la Leo non è mica Mani di forbici... (Scissorhands, il personaggio del film di Tim Burton ispirato a Frankenstein interpretato da Johnny Depp, che aveva appunto delle forbici al posto delle mani, ndr) ed abbiamo già giocato insieme- Però ora basta sfortuna!».
    In quest’ultima parte di preparazione, Bonitta ha insistito molto sui particolari dei colpi d’attacco, per far lievitare la continuità e migliorare ancora le percentuali. «Sì, la variabilità del gioco è importante, Saper distinguere i colpi, anche a seconda del muro che ti trovi davanti».
    Come è stato il nuovo impatto con la Nazionale? «Mi ero abituata al gioco europeo, il Grand Prix mi ha fatto riscoprire la realtà delle asiatiche: Giappone, Cina. Io penso che non si finisca mai di imparare, il punto di forza è proprio questa voglia di migliorarsi sempre, anno dopo anno. L’esperienza è importante ma più che altro a livello psicologico. Al nostro gruppo si sono aggiunte delle giocatrici che possono dare tanto anche dal punto di vista della personalità. Ce la metteremo tutta per arrivare in fondo» 

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