VOLLEY La Lombardia, Volleyrò e la "collocazione politica" di Orago

 https://www.youtube.com/watch?v=cbCntwcdwvs

Devo ringraziare la rassegna stampa della Lega Femminile di pallavolo, che mi ha consentito di scorgere una “perla” di sensibilità apparsa su un quotidiano locale lombardo e riguardante il volley femminile. O meglio un aspetto particolare di un testo, firmato da Andrea Anzani, che contiene diversi spunti di riflessione e lascia insoluto qualche punto interrogativo.
Un articolo scritto abilmente perché alcuni passaggi sembrano proprio passi di una intervista, dichiarazioni rilasciate da qualcuno, ma non racchiuse dalle classiche virgolette che aprono e chiudono un discorso. Il tema portante dell’interessante articolo è il volley giovanile. In particolare il volley giovanile della Lombardia. Il fulcro dell’illuminante servizio è in coda, in cauda venenum (non ho mai amato il latino, ma la citazione è d’obbligo e mi permette di ricordare il vecchio album degli Jacula).
Riporto in corsivo le parole scritte da Andrea Anzani (che va ringraziato per il suo articolo, altrimenti la problematica non sarebbe emersa...):  L’operazione Mencarelli-Lombardia rientra in un progetto volto a contenere la fuoriuscita di talenti locali verso le realtà di fuori regione: un tentativo del CRL e dei maggiori club di contenere lo strapotere del Volleyrò Casal de’Pazzi colpito negli ultimi giorni dalla dolorosissima perdita del suo patron, Andrea Scozzese. Per il volley giovanile si aprono scenari nuovi dove i club più importanti nella formazione di talenti, Orago su tutti, dovranno trovare la propria collocazione tecnica e politica.

https://www.youtube.com/watch?v=cbCntwcdwvs

In apertura ho sottolineato la sensibilità, naturalmente casuale, per via della fortuita coincidenza. Sapete quando è comparso in edicola questo articolo? Il giorno dei funerali di Andrea Scozzese. Nemmeno il tempo di piangere la perdita del dirigente romano (ma ho il sospetto che in Lombardia fosse già esaurita la riserva di lacrime da poter versare nel 2015) che già si ha la certezza che senza di lui debbano aprirsi nuovi panorami in merito al volley giovanile. Non so cosa pensano i dirigenti federali lombardi sul tema, lo saprei con certezza se il passaggio sopra indicato fosse stato virgolettato. Ma non lo era. Quindi suppongo che siano informazioni di primissima mano che Anzani ha rivelato, condividendole in toto, a giudicare dal tono e dai contenuti della “coda”.  
In cauda semper stat venenum. Già.
Mi metto nei panni di un lettore. Magari un lettore che non sia proprio digiuno dell’argomento. “Le parole contano”, diceva Nanni Moretti nel suo Palombella rossa, cazziando l’incauta giornalista con cui dialogava. Se leggo strapotere, riferito alla società Volleyrò Casal de’Pazzi, sono portato a pensare in termini negativi al lavoro e all’esistenza della società romana. Si mette in relazione la scomparsa di Scozzese al fatto che per il volley giovanile si aprono scenari nuovi. Non è un concetto sensibile ai miei occhi di lettore.
Si parla di Orago, definito uno dei club più importanti nella formazione di talenti. La società di Orago, dove Giuseppe Bosetti ha forgiato tante atlete, a cominciare dalle tre brave figliole, ha un rapporto in atto e contrattualizzato con Volleyrò. Per quanto ne so non intende rescinderlo o cessare di onorarlo. Se Orago è quel che è non sarà anche per come ha saputo lavorare e scegliere? E ora la politica vorrebbe insegnare o dettare le scelte di Orago?
Il concetto che Orago deve trovare la sua collocazione tecnica e politica, se fosse stato messo tra virgolette e attribuito a qualcuno, mi avrebbe fatto venire in mente “Il padrino”, don Vito Corleone e le sue offerte che non si possono rifiutare.
Ma il concetto non è messo tra virgolette.
Eppure a me è venuto ugualmente in mente Il Padrino (quanto era bravo Francis Ford Coppola nel portare sullo schermo il romanzo di Mario Puzo…)
Ora smetto i panni del lettore e mi permetto di condividere semplici riflessioni. Allora, il fatto che Volleyrò dia fastidio a certi comitati regionali è assodato. Mi chiedo chi e cosa abbiano impedito ad altre società, negli ultimi trent’anni, di metter su un club con le finalità di Volleyrò. Ogni club deve essere libero di fare accordi con chi vuole e di affidarsi a chi meglio crede, anche se il partner ideale è fuori regione. Quello che dovrebbe contare, cara Fipav, è il bene della pallavolo, specie nell’ottica della Nazionale. O il C.R.Lombardia non fa più parte della Fipav e dell’Italia? Evidentemente collocazione tecnica e collocazione politica non sono concetti che si fondono. O meglio, non dovrebbero essere costretti a fondersi secondo vincoli geografici. E se una scelta deve essere fatta, non può che essere tecnica.
Per decenni ragazzi di tutta Italia, dalla lontana Sicilia alla Campania, a risalire, sono andati a vivere alla Ghirada, presso quella scuola di talenti che è stata la Sisley Treviso, e cito solo solo l’esempio più eclatante e purtroppo ormai esauritosi. Per non dimenticare il periodo d’oro in cui la maggior parte della meglio gioventù era nell’orbita bergamasca.
Dunque, dove sta il problema? Sui risultati tecnici di Volleyrò, scudetti giovanili a parte, la miglior testimonianza la stanno offrendo il club Italia e la freschissima convocazione in Nazionale assoluta di Anna Danesi.
Ogni Comitato Regionale della Federvolley dovrebbe fare il tifo, e non ostacolare, club che lavorano sulle giovani senza nemmeno avere la vetrina di un campionato di vertice assoluto. O in ballo ci sono altri interessi che contano più del saper aiutare a crescere talenti pallavolistici?

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