sul Corriere dello Sport di sabato 12 dicembre 2015
Ci
sarebbe voluto il Palazzetto dello Sport, per accogliere tutta la gente
(circa duemila persone) che ha voluto dare l’ultimo saluto ad Andrea
Scozzese, il patron di Volleyrò, scomparso mercoledì scorso a soli 52
anni, in un tragico incidente d’auto. Giovedì sera funzione più intima
al PalaFord, trasformato in camera ardente, ieri stracolma la Chiesa di
San Roberto Bellarmino, ai Parioli, pieno il piazzale antistante. Una
partecipazione commossa dei suoi amici di ieri (molti esponenti della
pallamano, ma solo di quella dei suoi tempi...) e di oggi, a cominciare
da Armando Monini, Lionello Teofile, Laura Bruschini, Luca Cristofani.
La
sua famiglia è rimasta ora sola con il suo dolore e con un immenso
vuoto, perchè Andrea Scozzese era talmente vulcanico ed esuberante, da
far sentire la sua presenza anche quando non c’era.
Non
ha fatto in tempo a starci troppo nel mondo del volley, ma abbastanza
per lasciare un segno forte e indelebile. Il mondo del volley, la sua
ultima passione, l’ha salutato in una mattinata quasi primaverile, un
sole caldo come l’affetto di chi ha pianto la sua scomparsa, nella
consapevolezza che il suo carattere, schietto e diretto, lo portava,
come lui stesso diceva, a non essere simpatico a tutti. Hanno
voluto dare testimonianza di ciò che Andrea Scozzese è stato, i
personaggi dello sport che l’hanno apprezzato come amico e come
dirigente, a cominciare dal presidente del Coni, Giovanni Malagò,
commosso come tutti nel parlare del suo compagno di circolo all’Aniene.
«Non
sapeva camminare ma solo correre più veloce di tutti... con le gambe,
con la testa e soprattutto con il cuore. Andrea ha vinto», ha detto
Malagò.
«Era diventato un punto di riferimento - ha detto Luciano Cecchi,
consigliere Fipav - Andrea Scozzese lascia un vuoto incolmabile, come
amico e padre di famiglia, come dirigente sportivo». Per Andrea
Burlandi, presidente della Fipav Lazio, «Con Andrea Scozzese se ne va
uno dei più lungimiranti dirigenti sportivi che il mondo della pallavolo
abbia conosciuto in questi ultimi anni»
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Osservazione personale: il silenzio della pallamano contemporanea sulla scomparsa del suo probabilmente più illustre ex atleta diventato dirigente di successo, testimonia una volta di più le ragioni (alcune almeno) per cui questo sport non è cresciuto come avrebbe potuto.
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