CINEMA The big short - La grande scommessa

THE BIG SHORT - La grande scommessa. Regia: Adam McKay. Interpreti: Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, Marisa Tomei.*

Il film è basato sul libro di Michael Lewis The Big Short - Il grande scoperto
* Visto in edizione originale in lingua inglese con sottotitoli in italiano

Alzi la mano chi pensava che Adam McKay, con il suo curriculum alle spalle, potesse portare sul grande schermo un film interessante, coraggioso e avvincente come The big short - La grande scommessa. Sì, quel McKay: sceneggiatore, attore, comico e regista di commedie anche parademenziali, che ha aveva legato la sua carriera registica a Wll Ferrell (un comico amatissimo negli Usa ma di scarsa popolarità qui in Italia).
Beh, mai come in questa occasione il pregiudizio sarebbe stato fuorviante.
Il 48enne regista di Philadelphia confeziona e regala un film di denuncia assolutamente imperdibile. Dopo averlo visto, sedervi davanti ad un interlocutore bancario che vi consiglia questo o quell’investimento, non sarà più la stessa cosa.
 

Con la scusa che di Finanza noi poveri cristi non capiamo nulla, ogni porcata diventa lecita in questo gioco di scatole cinesi, spesso vuote, o piene d’aria andata a male. Fondi pieni di shit, merda, la parola più usata per definire il contenuto di queste spaventose creature nate solo per far arricchire i presunti furbi, detentori del potere, ai danni, indovinate un po’, della gente povera, immigrati, meno abbienti. E il paradosso è che smascherare questo castello di shit, significa (ha significato) creare milioni di disoccupati, far perdere la casa, gettare sulla strada un oceano di gente all’improvviso ritrovatasi senza lavoro.
Inutile sottolineare la splendida prova degli attori, da uno straordinario Christian Bale a Steve Carell sopra tutti. Brad Pitt che è anche in parte produttore e ad un certo punto fa esprimere al suo personaggio tutto il suo disgusto per chi racimola senza fatica milioni di dollari, mandando per stracci i poveri cristi sprovveduti e senza soldi.
Ma il film dimostra come anche i presunti geni della Finanza in realtà spesso non sono tali, anche se occupano posti di rilievo. E vogliamo parlare della credibilità delle agenzie di rating? Nel mio piccolissimo, nella mia ignoranza, esprimevo tutte le mie perplessità, la mia rabbia, perchè il mondo, anche l’Europa, pendeva dalle labbra delle varie Standard & Poor's, Moody's Investor Service e Fitch Ratings, e subivano il declassamento di molti Paesi europei, tra cui l’Italia, accettando le regole di questo mondo virtuale, che diventa reale quando i soldi passano conto in conto, finendo nelle tasche di chi ha già il potere. E a ogni pronunciamento, declassamento, lo spread saliva, il debito cresceva, gli italiani diventavano più poveri e tartassati dal governicchio di turno.
Un film di denuncia dunque, che non fa altro che svelare, anche romanzando, certo, ciò che davvero accadde meno di una decina d’anni fa. E lo fa brillantemente, senza annoiare nonostante i 140 minuti di durata del film, lo fa spiegando in modo chiaro ciò che sarebbe arduo capire. I personaggi si rivolgono in macchina e parlano, raccordano, spiegano con esempi pratici che capirebbe anche un bambino (con il cervello acceso, naturalmente). La storia di un’intuizione geniale, di un gruppo di persone dell’ambiente che fiutano qualcosa di grosso, di mai accaduto prima e si comportano di conseguenza, per trarne vantaggio economico. Un viaggio nel cuore di tenebra della Finanza, tra le assurdità dell’Economia che diventano dogmi inviolabili. Ma nulla sarebbe possibile senza l'intreccio perverso di delinquenziali complicità, altro che sogno americano. Un vero incubo. Un incubo di merda e dollari. 

E se il castello crolla e Wall Street con annessi e connessi viene sputtanata. Beh si dà la colpa agli immigrati, si manda la povera gente al diavolo, si aspetta qualche tempo e si ricomincia da capo. E chi avrebbe dovuto pagare, non ha pagato. Dove sta la novità? Direte. Beh, si, in effetti è la solita vecchia storia.


Filmografia da regista

    Saturday Night Live (programma TV, 1995-2001)
    Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy (Anchorman: The Legend of Ron Burgundy) (2004)
    Wake Up, Ron Burgundy: The Lost Movie (2004)
    Ricky Bobby - La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno (Talladega Nights: The Ballad of Ricky Bobby) (2006)
    Fratellastri a 40 anni (Step Brothers) (2008)
    Funny or Die Presents (TV comedy show co-diretto, 2010)
    I poliziotti di riserva (The Other Guys) (2010)
    Anchorman 2 - Fotti la notizia (Anchorman 2: The Legend Continues) (2013)
    La grande scommessa (The Big Short) (2015)



 

Per saperne di più
 (fonte Wikipedia)

COSA E’ UN’AGENZIA DI RATING
Un'agenzia di rating o agenzia di valutazione è una società che assegna un giudizio o valutazione (rating) riguardante la solidità e la solvibilità di una società emittente titoli sul mercato finanziario.

I "rating" sono dei voti su una scala predeterminata, generalmente espressa in termini di lettere e/o altri simboli. Esistono molte agenzie di rating, ma le più conosciute e influenti sono la Standard & Poor's, Moody's Investor Service e Fitch Ratings, tutte e tre società partecipate da grandi multinazionali. Queste società sorgono per aiutare ad affrontare i problemi di asimmetria informativa presenti sul mercato al fine di aumentarne l'efficienza a livello globale fornendo informazioni utili d'investimento.

Gli investitori presenti sui mercati si affidano infatti ai giudizi emessi dalle agenzie di rating per decidere quali titoli comprare e in che misura, a seconda della predisposizione al rischio dei soggetti investitori.
    

LA VIGILANZA
- La vigilanza sulle agenzie di rating è affidata all'autorità competente dello Stato membro di origine (per esempio, in Italia la Consob), in collaborazione con le autorità competenti degli altri Stati membri interessati, avvalendosi del collegio competente e coinvolgendo opportunamente l'Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA).

Nel luglio 2011, all'inizio della crisi dei debiti sovrani, la Consob ha convocato i rappresentanti delle agenzia di rating Standard & Poor's Italia e Moody's Italia per chiedere delucidazioni su un report diffuso dalle agenzie lo scorso primo luglio sulla manovra correttiva varata dal governo di Silvio Berlusconi.

CRITICHE - Le agenzie di rating sono state criticate dagli analisti finanziari per la non piena affidabilità delle loro analisi di rating in quanto società private non esenti da conflitti di interessi col resto del mercato. La recente crisi finanziaria ha riacceso il dibattito sulla regolamentazione delle agenzie di rating. Infatti è ormai opinione diffusa che le agenzie abbiano contribuito alla crisi assegnando rating troppo alti alle obbligazioni garantite da mutui subprime nel 2008 in America, cui si aggiungono ad esempio l'analisi di rating positiva fornita nei confronti dell'istituto di credito Lehman Brothers appena una settimana prima del suo fallimento oppure di Parmalat poco prima del suo crack finanziario.

Il 12 novembre 2008, la Commissione europea ha pubblicato una “draft regulation” per le agenzie di rating.[3] La proposta è stata approvata il 23 aprile 2009 dal Parlamento europeo e il 27 luglio dal Consiglio. La versione finale è applicabile dal 7 dicembre e gli Stati membri hanno avuto sei mesi di tempo per adottare le misure attuative.

D'altro canto altri analisti fanno notare che eventuali agenzie di rating governative sarebbero presumibilmente altrettanto inaffidabili in quanto dirette interessate a non essere pienamente trasparenti e obiettive. Le stesse agenzie si difendono dalla accuse/critiche sottolineando l'approvazione/soddisfazione degli enti finanziari coinvolti nel giudizio quando il rating emesso aumenta, ma il malumore/disapprovazione quando questo invece diminuisce.

Da notare tuttavia che la disciplina delle agenzie di rating negli ultimi tempi ha fatto importanti passi avanti, che non devono essere sottovalutati[senza fonte]. Leggendo i regolamenti comunitari infatti, gli orientamenti dell’Esma, l’Autorità europea che vigila sui mercati finanziari, e il Dodd-Frank’s Act statunitense, emergono importanti passi avanti sul terreno della prevenzione dei conflitti di interessi, di una governance più autonoma, di una verifica delle procedure di valutazione e anche di una disciplina dei limiti di accesso maggiormente favorevole ai nuovi entranti, per i ben noti e ancora irrisolti problemi di concorrenza del settore. 

Lo stesso presidente della BCE, Mario Draghi, ha recentemente affermato come "bisognerebbe imparare a vivere senza le agenzie di rating o quanto meno imparare a fare meno affidamento sui loro giudizi".

Il 13 febbraio 2012, l'agenzia di Rating Moody's ha declassato gran parte dei paesi europei, in particolare il debito dell'Italia è stato declassato da A2 ad A3, con outlook negativo, suscitando critiche nell'ambiente economico e dello stesso governo italiano

CONFLITTI DI INTERESSE - La crisi finanziaria americana dai mutui subprime del 2008 ha messo in luce i molti problemi associati alle Agenzie di Rating, sia in termini di incentivi sia nello svolgimento della loro attività.

Innanzitutto, esiste un chiaro problema di incompatibilità negli incentivi: se da un lato la società emittente il titolo paga per il rating e può cercare di ottenere il miglior rating possibile, dall'altro lato l’agenzia può essere incline a ricompensarlo per essere stata scelta in termini di rating più elevato del previsto. Esiste inoltre un evidente conflitto di interesse riguardante i consigli sugli investimenti finanziari strutturali: un’agenzia infatti può in un primo momento dare consigli all’emittente su come la costruzione di un titolo dovrebbe ripercuotersi sul rating del titolo stesso e, in seguito, pubblicare un rating che conferma i propri consigli, guadagnandoci addirittura due onorari. Stime recenti affermano che il 44 per cento dei guadagni di Moody’s, una delle più importanti società di rating nel 2006 è arrivato dalle sue attività nella finanza strutturata.


In Italia nel 2012, nell'ambito della grande recessione, è stata aperta un'inchiesta da parte del pm della Procura della Repubblica di Trani Michele Ruggiero per valutare l'affidabilità e l'oggettività delle valutazioni da parte delle agenzie di rating sotto l'ipotesi di reato di aggiotaggio, turbativa e manipolazione di mercato e abuso di informazioni privilegiate. In caso di errori di valutazione o di opinioni tendenziose, false e volte alla manipolazione di mercato è previsto un risarcimento

In particolare tra le prime conclusioni dell'inchiesta si contesta all'agenzia americana Standard & Poor's, in merito al declassamento delle banche italiane, di aver posto in essere "una serie di artifici concretamente idonei a provocare una destabilizzazione dell'immagine, prestigio e affidamento creditizio dell'Italia sui mercati finanziari" a causa anche di "analisti (non identificati) inesperti e incompetenti" a mezzo di comunicazioni ai mercati fatte "in maniera selettiva e mirata in relazione al momento di maggiore criticità della situazione politica economica italiana cagionando alla Repubblica Italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità"



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