CALCIO Allegri, il...Conte Max si è preso la Juventus



Il Conte Max si è preso la Juventus. Come se non fosse bastata la stagione scorsa, con lo scudetto, la Coppa Italia e la finale di Champions persa, perfino con qualche rimpianto, contro il fenomenale Barcellona, che per una decina di minuti coltivò il timore di non farcela a travolgere Morata e compagni. L'irresistibile rimonta bianconera è figlia di tanti padri, a cominciare dal suo allenatore, Massimiliano Allegri detto Max. E ora che ha eguagliato il record di vittorie consecutive in campionato della Juventus di Antonio Conte (dodici) può essere chiamato a ragione il CONTE Max!
Allegri ha esaurito i suoi errori nella prima fase del campionato, quando ha pensato che Padoin potesse essere il regista in grado di sopperire alle molte assenze nel reparto. Da tempo ha dimostrato di sapere esattamente cosa fare, in ogni momento. Il modo in cui ha gestito Dybala, la rotazione perfetta dei giocatori tra Champions, campionato e Coppa Italia, la capacità di capire, al di là dei minuti giocati, che anche Zaza può dare molto a questa Juventus (opponendosi alla sua cessione), così come Rugani, nonostante siano stati finora impiegati poco. La pazienza con Alex Sandro, la calma e la lucidità con cui da un lato non ha mai perso la testa, nemmeno nei momenti più difficili, come dopo il ko di Sassuolo, dall'altro ha incitato la squadra al lavoro, nella certezza che le scelte di mercato, sue e della società, fossero giuste. Non ero tra quelli entusiasti del suo arrivo, ma vedendolo lavorare, vedendolo trasformarsi anche a livello mediatico, con un approccio anche verso l'esterno che mi è piaciuto sempre più, devo dire di aver imparato ad apprezzare  la sua figura. Il suo carisma reale e non di facciata. E' diventato davvero il Conte Max, paradossalmente nel momento in cui la Juventus era precipitata a fondo classifica, ai margini della zona retrocessione. Quanto la Juventus avrebbe potuto perdersi. Se avesse avuto un altro allenatore, se alle spalle non ci fosse stata una società che nel frangente si è comportata in maniera impeccabile, senza lasciarsi tradire dall'ansia, dai dubbi, dalla voglia di cambiare. E naturalmente se non avesse avuto una rosa di giocatori di qualità, capaci di fare realmente squadra, in campo, in panchina e perfino in tribuna. 
Lunga vita ad Allegri bianconero allora. Basta guardare al recente passato juventino, o meglio ancora a molte altre squadre rivali, per capire come la scelta sbagliata di un tecnico possa trasformarsi in un velenoso boomerang, in un veleno capace di intossicare ben più di una stagione calcistica.
Il mio giudizio non cambierà se la Juventus sarà eliminata dal Bayern negli ottavi di Champions o se non riuscirà a strappare al Napoli lo scudetto. Lo dichiaro ora, in epoca non sospetta, quando tutto in fondo deve ancora accadere.

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