SOCIETA' Papa Francesco, sì allo Ius Soli: «La nazionalità di tutti i bambini va riconosciuta e certificata»



E' perfino scontato, come avrebbe potuto essere diversamente, che Papa Bergoglio fosse sintonizzato sul riconoscimento dei diritti di chi è nato e/o cresciuto in Italia, anche se da genitori stranieri, regolari cittadini. Era scontato ma una volta tanto fa piacere che qualcuno molto in alto si spenda per una giusta causa. Lo Ius Soli in questo caso.
Dichiarazioni ovvie, che hanno anche avuto il merito, se così si può dire, di far risaltare una volta di più la rozzezza, l'ignoranza e l'imbecillità di molti politici, che non solo non si vergognano dei loro pensieri e delle loro parole, ma ritengono di dover insultare gli altri, fosse anche il Papa. 
Beh, certo, sulla bilancia vuoi mettere lo spessore culturale e umano del Papa con quello dei suoi contestatori...
Per la serie si... SALVIni chi può...
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da La Repubblica: 
Il messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebrerà il prossimo 14 gennaio (tema: 'Accogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati')
 
Al momento della nascita "va riconosciuta e certificata" la nazionalità e a tutti i bambini "va assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria".  Prende esplicitamente posizione sullo ius soli e manifesta appoggio anche allo ius culturae in quanto chiede sia riconosciuto il diritto a completare il percorso formativo nel paese d'accoglienza.

Il Pontefice ricorda che la Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo "offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. A essi occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l'accesso regolare all'istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento. Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita".

Accogliere i migranti significa offrire loro "più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione", per esempio attraverso "corridoi umanitari", e "una prima sistemazione adeguata e decorosa" aggiunge papa Francesco. Occorre dunque anche "un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare". "Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali".  "Insisto ancora sulla necessità di favorire in ogni modo la cultura dell'incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le buone pratiche di integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi".
 "In conformità con la sua tradizione pastorale, la Chiesa è disponibile ad impegnarsi in prima persona per realizzare tutte le iniziative sopra proposte, ma per ottenere i risultati sperati è indispensabile il contributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondo le responsabilità proprie".

"Durante i miei primi anni di pontificato ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà. Si tratta indubbiamente di un 'segno dei tempi' che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla mia visita a Lampedusa l'8 luglio 2013. Nell'istituire il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ho voluto che una sezione speciale, posta ad tempus sotto la mia diretta guida, esprimesse la sollecitudine della Chiesa verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta".

Questo non vuol dire però abbassare la guardia sulla sicurezza, avverte Bergoglio.  "Il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI, ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale. Di conseguenza, è necessario formare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera".

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